alla Scuola-page
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Ciucciati sta' sanzione !!!
Io ti faccio cacciare !!!
Attento
io la denuncio!!!
AAA eco !!! E-Mail: flavio_trieste@USA.NET
la posta

Attenti
La Scuola può Rovinarvi la Vita ...

Che siate studenti o Insegnanti, la scuola può rovinarvi la vita.
Il primo di Settermbre del 2001 il nostro caro 'precario' ha ottenuto la nomina per il ruolo per l'inse


colleghi precari e non, soprattutto per voi che insegnate in realtà critiche come quelle dei profesionali, questo è cio che puo accadervi inaspettatamente durante una mattinata di lavoro.

Antefatti

  • 33 note disciplinari individuali che risultano dal registro di classe.(in poco più di due mesi)

  • 4 note disciplinari collettive tra cui una sospensione collettiva richiesta da una collega, per aver trovato sulla cattedra "un oggetto improprio" (preservativo).
    Dopo la sospensione, gli alunni avevano l'obbligo di rientrare accompagnati dai genitori (nessuna delle note è di chi ci ha raccontato questa storia). Personalmente, com'è nel mio stile, avrei fatto notare a quegli alunni che un loro rappresentante stava in piedi sulla cattedra.

  • Una pistola ad aria compressa sequestrata e consegnata in vicepresidenza, fatto gravissimo che il Preside non ha ritenuto di denunciare.

  • Dopo gli inutili esiti delle note disciplinari nei confronti degli alunni, il nostro insegnante in un Collegio Docenti era intervenuto facendo presente ai colleghi ed al Preside che la grave situazione disciplinare generale dell'istituto avrebbe dovuto essere attentamente valutata, che si dovevano prendere delle misure straordinarie, oppure ci si sarebbe dovuti presto difendere con delle strategie che egli aveva già sperimentato in realtà altrettanto critiche, cioè recitando a volte la parte dell'insegnante che quando si arrabbia fa paura. Questa affermazione era stata fatta quindi in tempi non sospetti e molto prima che la situazione degenerasse.
    Al Sig. Preside quindi, che si è espresso dicendo di non sapere che cosa passasse per la testa all'insegnante quando ha messo in atto la sua "stravagante" strategia educativa, possiamo rispondere che avrebbe dovuto agire tempestivamente e con maggior risolutezza e rigore nei confronti di quegli alunni che tante volte erano stati segnalati. (come ha potuto un Preside restare a guardare senza saper cosa fare in una situazione che perdurava da tempo e che un suo insegnante segnalava preoccupato?)

  • Inoltre data la fragile situazione famigliare ed i trascorsi di violenza subiti dall'alunno B. il Preside avrebbe dovuto segnalare con cura ed attenzione al consiglio di classe, o ai singoli insegnanti della classe la situazione di quel ragazzo. l'insegnante invece non ne era stato messo al corrente se non a cose avvenute e dalla madre dell'alunno.

  • Il Preside ha segnalato il comportamento tenuto dall'insegante in classe quella mattina infausta con un fax del giorno successivo, in Provveditorato ma ha scordato di segnalare anche il comportamento della classe, e quello oltremodo turbolento, di alcuni alunni presenti quella mattina, cosa che avrebbe potuto fare poiché era presente in classe assieme ad un altro insegnante.

    Il Fatto (22.11.99)

    Fin dai primi minuti della 5a ora l'insegnante aveva notato che l'alunno B. era oltremodo irrequieto, spiandolo da dietro la sua frangetta di capelli colorati con un sorriso sornione tamburellava sul banco; molto dimessamente il docente gli consigliava di andarsi a fare un giro in corridoio per tranqullizzarsi. L'alunno usciva, dopo qualche tempo chiedeva il permesso di rientrare; il docente lo invitava a fermarsi all'ingresso, cercando così di tenere separate le polveri, da una parte B. fremente dall'altra, T., C., S. e P. con i quali a fatica cercava di instaurare un dialogo didattico. Ignorando le provocazioni che reciprocamente questi alunni si rivolgevano. Imperterrito ed ostinato l'insegnante cercava di parlare di fisica. Ad un certo punto l'alunno B. senza peraltro chiedere permessi prendeva una sedia e sedeva proprio all'ingresso dell'aula mettendo i piedi su un tavolo. Il Professore ignorando la provocazione continuava a far lezione. E` così che il collega C.A. trovava l'alunno, e per entrare era costretto a chiedere permesso, mentre l'insegnante C. con due suoi allievi di un'altra classe si recavano in fondo all'aula per eseguire un lavoro, Il prof. di fisica cercava di cogliere un barlume di logicità nei ragionamenti dell'alunno T. al quale aveva chiesto di scrivere la formula dell'area del rettangolo. L'alunno che in più occasioni aveva esplicitamente confessato di non essere minimamente interessato alla scuola, che frequentava perché obbligato, chiedeva, che cosa fosse un rettangolo (evidente l'intento provocatorio). A questo punto l'alunno P., spostandosi dal suo posto estraeva da uno zaino un walkman, il docente gli ingiungeva di consegnarglielo, ottenuto l'aggeggio, realizzava che forse per placare gli animi era necessaria una scrollatina, dopo aver intimato un'ultima volta il silenzio ed osservando che la baraonda continuava, apriva una finestra e scaraventava l'oggetto nel cortile.



    Ecco le immagini della classe indisciplinata
    che bello saltare in classe !!! Io mi butto !!! fatti in la !!! e non spingere !!! Io ti strozzo !!! com'è bello zompettare !!!
    La Zuffa dei Facoceri

    L'attenzione ed alcuni istanti di tranquillità poi, improvvisamente si scatenava l'ira di B., proprietario del walkman, al quale avrebbe anche chiesto scusa se non avesse scaraventato il cestino della carta e la sedia su cui era seduto, verso il fondo dell'aula, e gli si fosse avvicinato con chiaro atteggiamento agressivo gridando: "ti farò mandare via dalla scuola, vado a chiamare il Preside". Così B. usciva dal laboratorio e vi furono alcuni minuti di tranquillità.
    L'alunno ritornava poco dopo con il Preside, si avvicinava all'inseggnante con fare minaccioso, e sovrastandolo (era seduto) con un tono ironico ed arrogante, gli gridava a gran voce: "lei crede di essere figo perché ha buttato dalla finestra il mio walkman?" a questo punto anche il Preside era testimone della provocazione. (l'alunno, che aveva ripetutamente minacciato il docente, era quello più volte rientrato ed uscito senza permesso).
    Era necessario dare un forte segnale deciso alla classe e poiché il Preside non si decideva ad intervenire, il Prof. di fisica afferrava il ragazzo per il maglione e mentre lui lo insultava gli diceva che gli avrebbe fatto fare la fine del suo walkman.
    Finalmente il Preside si decideva ad intervenire e, aiutato da alcuni alunni, bloccava per le spalle B. che, cercando di aggredire il docente, opponeva resistenza. Il Preside, perdendo quasi l'equilibrio (parole sue del giorno dopo) trascinava fuori dalla classe l'alunno. Sono questi sicuramente i motivi delle contusioni e dello stato doloroso diagnosticato dal medico di guadrdia del pronto soccorso.

    Considerazioni finali

    Mi associo al sentimento di profonda amarezza che deve aver provato questo collega nel riscontrare come, in questa realtà scolastica un Preside possa sentirsi intimidito al punto da non reagire ed un insegnante non abbia strumenti per arginare l'incontenibile esuberanza di questi alunni immaturi e privi di ogni contegno morale che, eruttano, scorreggiano, bestemmiano, si insultano, mangiano, bevono, ascoltano la musica, chiacchierano, si telefonano ecc. ecc. Con fare arrogante sfidano apertamente senza ritegno l'autorità dell'insegnante e del Preside, ignorano ogni regola, convinti di avere solo diritti ma nessun dovere; provocano, alzandosi dal loro posto, sobillano ed intimidiscono i compagni che dimostrano interesse per le lezioni. Saggiano la pazienza dell'insegnante oltre ogni limite umanamente consentito. Il loro unico scopo è, lo confessano apertamente, vincere una battaglia con i loro genitori che a scuola li costringono a venire, sperano di essere sospesi per fare vacanza. Sono alunni profondamente demotivati allo studio, per i quali la scuola è un felice e caldo ritrovo dove parlare del più e del meno, giocare divertirsi, ridere, scherzare ma mai ed in nessun caso impegnarsi per imparare dei contenuti didattici.
    I loro valori sono deviati, ci si sente spesso dire: "se mi pagassero forse anche studierei", "non mi importa nulla io devo far passare questi due anni e poi vado a lavorare", "a me non serve il titolo di studio, lavorerò con mio padre".
    Questi ragazzi avrebbero bisogno di percorsi alternativi, ma non si può sempre fare lezione viaggiando in Internet, o nei laboratori che amano. Bisognerebbe attrezzare una scuola diversa per loro, oppure ripristinare il vecchio professionale con meno teoria e più laboratori operativi (questo è ciò che chiedono quando riesci a parlare con loro, ed io ci parlo spesso).
    Spero che il Provveditore si renda conto che in queste condizioni assolutamente straordinarie servono a volte delle strategie non consuete (dopo dodici anni di insegnamento ai professionali credo di aver acquisito una certa esperienza).
    Voglio credere che non verrà negata la possibilità all'insegnante di chiarire l'assurdo malinteso, che non gli sarà rifiutato un colloquio, come ha chiesto, magari assieme al Preside.
    Ma intanto il collega si riserva di agire in tutte le opportune sedi al fine di tutelare i suoi interessi e la sua dignità professionale.

    Le Conseguenze

    Alle ore 15,33 del 24.11.99 il docente si vede recapitare dal Preside un fax, durante una pausa di una riunione pomeridiana. Si tratta di un Decreto Cautelare del Provveditore che lo sospende dal servizio con effetto immediato, a tempo indeterminato e con conseguente privazione della retribuzione. (la legge dice "Atto Dovuto")

    Il fax precisa:

    1)CONSIDERATO che solo l'intervento del preside è riuscito a separare l'alunno dal docente.
    Forse il Provveditore non ha ben compreso che l'alunno è stato separato dal docente e non viceversa, ciò potrebbe significare che l'alunno voleva aggredire l'insegnante. Il Provveditore però non si cura di appurare i fatti e nemmeno crede alla sua lettera di giustificazione nella quale chiaramente dichiara: "Tutte le azioni che ho fatto, peraltro in sua presenza, e senza arrecare danno ad alcuno, non erano altro che una lucida, misurata e consapevole recita."
    Mi sorge un dubbio forse il Preside, pur presente ha giustificato l'azione agressiva dell'alunno, o non è stato troppo chiaro nelle sue dichiarazioni.

    2)VISTO il referto del pronto soccorso da cui risulta che l'alunno presenta segni di violenza con contusioni al collo e alla spalla e conseguente stato doloroso.
    Però il Provveditore non ha approfondito come si siano svolti i fatti ed ancora una volta non ha creduto alle dichiarazioni del docente.

    3)CONSIDERATO che la madre dell'alunno stesso ha denunciato l'accaduto ai Carabinieri, i quali hanno acquisito la testimonianza del Preside.....presente.
    Mi sorge il solito dubbio, forse il Preside ha lasciato credere che veramente l'insegnante avrebbe potuto gettare dalla finestra un ragazzo che poteva essere suo figlio?. Comprendo che la madre del ragazzo possa pensare questo, dati i suoi burrascosi precedenti famigliari (sua dichiarazione del 24.11.99), ma non credo che il Provveditore che pur lo conosce per ragioni di lavoro, lo pensi.
    La legge è vero dice che l'atto è dovuto, (la sospensione cautelare) ma in questi casi la legge può anche essere applicata con discrezionalità, e qualora si riscontrasse poi che il provvedimento è stato eccessivo, il sanzionato potrà fare ricorso, questo però non tutela la dignità dell'insegnante che comunque viene infangata.
    Per certe realtà scolastiche, ritengo sia obbligatorio studiare attentamente, severe strategie educative, prima che tutto ciò accada.


    Tutti coloro che credono di voler esprimere il loro parere possono scrivermi in rete alla mia E-Mail, sarà sufficiente anche un solo "comprendo e condivido", "non condivido" o "comprendo ma non condivido". Se poi volete anche spiegare brevemente il perchè, è meglio!.

    fg9@iol.it

    Coloro che intendessero comunicarmi eventuali analoghe testimonianze di realtà scolastiche particolari, lo possono fare, scrivendomi e documentando i fatti. Se mi autorizzate le pubblicherò in queste pagine.
    Tutto ciò potrebbe servire a riflettere sulle nuove giovani generazioni e sul come porsi nei loro confronti.
    Se è vero, come è vero che i tempi sono cambiati, è certo indispensabile capire quali nuove strategie educative sono necessarie.


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